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Da queste fin qui addotte ragioni, mi pare che ne risulti chiaramente (oltre la maggior ragione di tutte, che sono i fatti) che un popolo cattolico giá soggiogato dalla tirannide, difficilissimamente può farsi libero, e rimanersi veramente cattolico. E per addurne un solo esempio, che troppi addurne potrei, nella ribellione delle Fiandre, quelle provincie povere che non avendo impinguati i loro preti, si erano potute far eretiche rimasero libere; le grasse e ridondanti di frati, di abati e di vescovi, rimasero cattoliche e serve. Vediamo ora se un popolo che giá si ritrovi libero e cattolico, si possa lungamente mantener l’uno e l’altro.
Che un popolo soggiogato da tanti e sí fatti politici errori, quanti ne importa il viver cattolico, possa essere politicamente libero, ella è cosa certamente molto difficile; ma, dove pure ei lo fosse, io credo che il conservarsi tale sia cosa impossibile. Un popolo che crede nella infallibile e illimitata autoritá del papa è giá interamente disposto a credere in un tiranno che, con maggiori forze effettive e avvalorate dal suffragio e scomuniche in quel papa istesso, lo persuaderá o sforzerá ad obbedire a lui solo nelle cose politiche, come giá obbedisce al solo papa nelle religiose. Un popolo che trema della inquisizione, quanto piú non dovrá egli tremare di quell’armi stesse che la inquisizione avvalorano? Un popolo che si confessa di cuore può egli non essere sempre schiavo di chi può assolverlo o no? Dico di piú: che dal ceto stesso dei sacerdoti (ove un laico tiranno non vi fosse) ne insorgerebbe uno religioso ben tosto; o, se da altra parte insorgesse un tiranno, io approverebbero e seconderebbero i sacerdoti, sperandone il contraccambio da lui. Ed è cosa anche provata dai fatti; si veda perfino nelle semi repubbliche italiane, i sacerdoti esservi saliti assai meno in ricchezza e in potenza, che nelle tirannidi espresse di un solo. Un popolo finalmente, che si spropria dell’aver suo, togliendolo a se stesso, a’ suoi congiunti e ai propri suoi figli, per darlo ai sacerdoti celibi, diventerá coll’andar del tempo indubitabilmente cosí bisognoso e mendico, che egli sará preda di chiunque lo vorrá conquistare o far servo.