Pagina:Alfieri, Vittorio – Della tirannide, 1927 – BEIC 1725873.djvu/57

Da Wikisource.
 
libro i - capitolo x
51



se ricomprando con enorme prezzo e con una total sommissione ai sacerdoti la disusata enormitá di un tanto misfatto.

Se sia un bene od un male che dall’essere raddolciti tanto gli universali costumi ne risultino queste nostre tirannidi assai meno feroci, ma assai piú durevoli e sicure che le antiche, ne può esser giudice chiunque vorrá paragonare gli effetti e le influenze di queste e di quelle. Quanto a me, dovendone brevissimamente parlare, direi che difficilmente può nascere ai tempi nostri un Nerone ed esercitar l’arte sua; ma che assai piú difficilmente ancora può nascere un Bruto, e in pubblico vantaggio la mano adoprare ed il senno.

Capitolo Decimo

Del falso onore.

Ma se le antiche tirannidi e le moderne si rassomigliano nell’aver esse la paura per base, la milizia e la religione per mezzi, differiscono alquanto le moderne dalle antiche per aver esse nel falso onore, e nella classe della nobiltá ereditaria permanente, ritrovato un sostegno che può assicurarne la durata in eterno. Ragionerò in questo capitolo del falso onore; e alla nobiltá, che ben se lo merita, riserberò un capitolo a parte.

L’onore, nome da tanti giá definito, da tutti i popoli e in tutti i tempi diversamente inteso, e a parer mio indefinibile; l’onore verrá ora da me semplicemente interpretato cosí: la brama, e il diritto, di essere onorato dai piú. Ed il falso distinguerò dal vero, falsa chiamando quella brama d’onore, che non ha per ragione e per base la virtú dell’onorato e l’utile vero degli onoranti; e vera all’incontro chiamerò quella brama di onore, che altra ragione e base non ammette se non la utile e praticata virtú. Ciò posto, esaminiamo qual sia questo onore nelle tirannidi, chi lo professi, a chi giovi, da qual virtú nasca, e qual virtú ed utile egli promuova.