Polin. Chi primo il rompe?
Gioc. Ti assolve il ciel d’ogni tua fe, se rotta
può risparmiar sangue, e delitti.
Polin. E il sangue
di un traditor perché risparmiar dessi?
Si versi pur, ma in campo: usi gl’inganni
lo ingannator, che ben gli sta: brev’ora
gli avanza a tesser frodi.
Antig. O fratel mio,
mi amavi un dí; ma, se per me non vale,
per la consorte tua, piú di noi tutti
da te amata, ten prego; e pel tuo dolce
fanciul, cui nomi lagrimando; ah! frena
l’empia vendetta, io ti scongiuro: il trono
lasciargli vuoi di sangue e di delitti
contaminato? ah! non puoi sangue in Tebe
versar, che tuo non sia.
Gioc. Sovra il tuo capo
ricade in Tebe ogni vendetta: arretra
dal precipizio, a cui sovrasti, il passo;
n’hai tempo ancor: se insidiato sei
dal fratel, (ch’io nol credo) ogni sua trama,
che a me sveli, tu rompi; e cosí togli
il mezzo a te d’ogni vendetta. O figlio,
qual sia il delitto, nel fraterno sangue
mai non si ammenda.
Polin. E di costui fratello
perché mi festi?
Gioc. E perché assai piú iniquo
esser di lui vuoi tu?
Polin. Madre, mi squarci
il core... Udir tu vuoi?... Fors’è menzogna...
Fors’anco è doppio tradimento;... forse...
Chi creder qui?... Vi lascio. — Addio.
Gioc. T’arresta.
Antig. Ecco Creonte.