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340 oreste
che nulla è fatto, a quanto imprender resta.

Finor giungemmo, e nulla piú. Dei molti
mezzi a tant’opra, ora conviensi ad uno,
al migliore, attenerci; e fermar quale
scerrem pretesto, e di qual nome velo
faremo al venir nostro: a tanta mole
convien dar base.
Oreste   La giustizia eterna
fia l’alta base. A me dovuto è il sangue,
ond’io vengo assetato. — Il miglior mezzo?
Eccolo; il brando.
Pilade   Oh giovenil bollore!
Sete di sangue? altri pur l’ha del tuo;
ma brandi ha mille.
Oreste   Ad avvilir costui,
per sé giá vile, il sol mio nome or basta;
troppo è il mio nome. E di qual ferro usbergo,
qual scudo avrá, ch’io nol trapassi, Egisto?
Pilade Scudo egli ha forte, impenetrabil, fero,
la innata sua viltade. A se dintorno
in copia avrá satelliti: tremante,
ma salvo, ei stassi in mezzo a lor...
Oreste   Nomarmi,
ed ogni vil disperdere, fia un punto.
Pilade Nomarti, ed esser trucidato, è un punto:
e di qual morte! Anco i satelliti hanno
lor fede, e ardire: han dal tiranno l’esca;
né spento il vonno, ove nol spengan essi.
Oreste Il popol dunque a favor mio...
Pilade   Che speri?
Che in cor di serva plebe odio od amore
possa eternarsi mai? Dai lunghi ceppi
guasta, avvilita, or l’un tiranno vede
cadere, or sorger l’altro; e nullo n’ama,
e a tutti serve; ed un Atride obblia,
e d’un Egisto trema.