Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/360

Da Wikisource.
354 oreste
e sicurezza, e pace.

Cliten.   Omai dovreste
por fin...
Oreste   Regina, arrechiam noi la morte...
Cliten. Di chi?
Pilade   Taci.
Cliten.   Di chi? Parla.
Oreste   ... D’Oreste.
Cliten. Oimè! che sento? del mio figlio?... Oh cielo!...
Oreste Del figlio, sí, d’Agamennón trafitto...
Cliten. Che dici?
Pilade   Ei dice, che trafitto Oreste
non fu.
Oreste   Del figlio del trafitto...
Pilade   Insano,
spergiuro, a me serbi cosí tua fede?
Cliten. Misera me! dell’unico mio figlio
orba...
Oreste   Ma forse, il piú mortal nemico
non era Oreste del tuo Egisto?
Cliten.   Ahi crudo!
barbaro! in guisa tal la morte annunzi
d’unico figlio ad una madre?
Pilade   Ei troppo
giovine ancora, e delle corti ignaro,
(scusalo, deh!) per appagar tua brama,
incautamente con soverchio zelo,
la mia tradiva. Udir tal nuova poscia,
d’Egisto a senno, e dal suo labro solo
dovuto avresti; e il mio pensier tal era.
Ma, s’egli...
Oreste   Errai fors’io; ma, spento il figlio,
secura omai col tuo consorte...
Cliten.   Ah! taci.
D’Oreste pria fui madre.
Oreste   Egisto forse