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atto quinto | 379 |
SCENA DECIMA
Elettra, Pilade, Seguaci di Pilade.
quí la ritraggi.
SCENA UNDECIMA
Elettra.
madre: pietade aver sen dee. — Ma i figli
vedea pur ella sulle soglie or dianzi
di morte infame; e il duolo in lei, l’ardire
era allor quanto è per costui? — Ma giunto
è il giorno al fin sí sospirato. Esangue
tu cadi al fin, tiranno. — Un’altra volta
la reggia tutta rimbombare io sento
de’ pianti, e gridi, onde eccheggiar la udia
in quella orribil sanguinosa notte,
che fu l’estrema al padre mio. — Giá il colpo,
vibrò il gran colpo Oreste. Egisto cadde;
giá me lo annunzia il popolar tumulto:
eccolo, Oreste vincitor: grondante
di sangue ha il ferro.
SCENA DUODECIMA
Elettra, Oreste.
vendicator del re dei re, del padre,
d’Argo, di me; vieni al mio sen...
Oreste Sorella,...
me degno figlio al fin d’Atride vedi.