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LETTERA DELL’ABATE CESAROTTI

su le tre precedenti tragedie,

giá inserita nel giornale di pisa, tomo 58, articolo 9,

anno 1785.

con note dell’autore, che servono di risposta.

Eccole gittata su la carta la mia opinione, qualunque siasi, intorno alle tre tragedie da lei inviatemi. Ella ne fará quel conto che le parrá, non avendo con ciò inteso se non di darle un attestato d’amicizia e di stima. Non le fo il torto di scusarmi della libertá ch’io prendo nel segnare ciò che non mi appaga o mi offende. Io l’ammiro troppo per dissimularle in alcuna parte la veritá, o quello che mi par tale.

Padova, 25 Marzo, 1785.

Melchior Cesarotti.


OTTAVIA

L’Ottavia ci presenta il contrasto fra l’eroismo della scelleraggine, e quello dell’innocenza.

Nerone è dipinto col pennello di Tacito. Il suo carattere si palesa, o per dir meglio, balza fuori con varj tratti luminosi e terribili. Quanto è nuovo e profondo ciò che dice sopra Seneca! d’averlo punito coi doni, e di serbargli la scure, poiché l’avrá reso spregievole all’uomo piú vile. L’amore stesso in costui è sul punto di cedere all’orgoglio feroce, quando Poppea non piega tosto alle sue volontá: Donna, io non ben m’appago d’amor qual mostri d’ogni tema ignudo. Chi me piú teme ed ubbidisce, sappi, che