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346 | la congiura de’ pazzi |
SCENA QUINTA
Raimondo, Bianca.
che festi? parla. A me, perfido, torni
col reo pugnal grondante del mio sangue?
Chi mai ti avrebbe traditor creduto?
Che miro? oimè! dallo stesso tuo fianco
spiccia il sangue a gran gorghi?... Ah! sposo...
Raim. ... Appena...
Mi reggo... O donna mia,... sostiemmi... Vedi?
Quello, che gronda dal mio ferro, è il sangue
del tiranno; ma...
Bianca Oimè!...
Raim. Questo è mio sangue;...
Io... nel mio fianco...
Bianca Oh! piaga immensa...
Raim. Immensa,
sí; di mia man me la feci io, per troppa
gran rabbia cieco... Su Giuliano io caddi:
lo empiei di tante e di tante ferite,
che d’una... io stesso... il mio fianco... trafissi.
Bianca Oh rio furore!... Oh mortal colpo!... Oh quanti
ne uccidi a un tratto!
Raim. A te nol dissi, o sposa...
Deh! mel perdona: io dir non tel dovea;
né udirlo tu, pria che il compiessi:... e farlo
ad ogni costo era pur forza... Duolmi,
che a compier l’opra ogni mia lena or manca...
S’ei fu delitto, ad espíarlo io vengo
agli occhi tuoi, col sangue mio... Ma, sento
libertade eccheggiar vieppiú d’intorno?
E oprar non posso!...
Bianca Oh cielo! E... cadde... anch’egli...
Lorenzo?...