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Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. II, 1946 – BEIC 1727862.djvu/353

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atto quinto 347
Raim.   Almeno al feritore io norma

certa ne diedi... Assai felice io moro,
se in libertá lascio, e securi,... il padre,...
la sposa,... i figli,... i cittadini miei...
Bianca Me lasci al pianto... Ma, restar vogl’io?
Dammi il tuo ferro...
Raim.   O Bianca... O dolce sposa...
Parte di me;... rimembra, che sei madre...
Viver tu dei pe’ nostri figli; ai nostri
figli or ti serba,... se mi amasti...
Bianca   Oh figli!...
Ma il fragor cresce?...
Raim.   E piú si appressa;... e parmi
udir le grida varíare... Ah! corri
ai pargoletti, e non lasciarli: ah! vola
al fianco loro. — Omai,... per me... non resta...
Speme. — Tu il vedi,... che... a momenti... io passo.
Bianca Che mai farò?... Presso a chi star?... Che ascolto?
«Al traditore, al traditor; si uccida.»
Qual traditore?...
Raim.   Il traditor,... fia... il vinto.


SCENA SESTA

Lorenzo, Guglielmo, Bianca, Raimondo,

altri uomini d’arme.

Loren. Si uccida.

Raim.   Oh vista!
Bianca   O fratel mio, tu vivi?
Abbi pietá...
Loren.   Quí ricovrò l’infame;
infra le braccia di sua donna ei fugge;
ma invan. Svelgasi a forza...
Bianca   Il mio consorte!...