nulla potrebbe traditori mai:
che Diego, e tu...
Piero Certo ne son, di Diego;
di me, lo spero; e ogni uom di se lo accerta,
finch’ei rimane in se. Ma poi, che fia,
se di ragion nemico amor lo sforza?
Cosimo Amor! Che parli?
Piero Il suo fallir men grave,
se pensi a ciò, parratti.
Cosimo Amor, dicesti?
Amor di chi?
Piero Padre, tu il sai.
Cosimo So, ch’egli
è un traditor; ch’ei con Salviati spesso,
quí nella reggia mia, di notte, ascoso,
osa abboccarsi: ma, che amor l’induca,
nol seppi io mai. Qual fia l’amor? favella.
Piero Ahi lasso me!... Scusare il volli; ed io,
io l’accusai.
Cosimo Parla: l’impongo; e nulla
mi taci, o ch’io...
Piero Deh! padre, or gli perdona
il giovenil trascorso, e nulla in lui
a mal talento ascrivi. Amor soltanto
il fa parere un traditore. Egli ama
del reo Salviati la innocente figlia:
Giulia gentil, che tu, in ostaggio forse
della paterna fede, infra le illustri
donzelle in corte collocasti, e serbi;
Giulia è il suo amor: videla appena, e n’arse.
Celato l’ama, e riamato ei vive
in dolce e vana speme. Or, qual ti prende
poi maraviglia, che d’amata donna
il genitor, non reo paja all’amante?
Cosimo Ogni uom gli errori de’ miei figli or dunque
sa piú di me? gli scusa ogni uom? li cela?
V. Alfieri, Tragedie - II. |
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