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ATTO TERZO

SCENA PRIMA

Cosimo, Garzia.

Garzia Eccomi, o padre, a’ cenni tuoi. — Se lice,

con pronta umile filíal risposta,
prevenire i tuoi detti, or posso, io primo
il mio fallo accusando, in te far scema
l’ira tua giusta, e l’onta in me. Potessi
men di perdono indegno agli occhi tuoi
cosí pur farmi! altro non bramo al mondo.
Provocato da Diego, io l’oltraggiava;
troppo men duol; né darmen puoi gastigo,
che il mio pentir pareggi. A te piú caro,
di me maggiore, e giá, per lunga usanza,
Diego censor d’ogni opra mia, null’altro
dovea trovare in me, che ossequíoso
silenzio pieno, e pazíenza, e pace.
Cosimo Quant’io vo’ dirti antivedesti in parte;
ma il tutto, no. L’udir da te mi giova,
che dal tuo petto ogni rancor sia lunge;
qual ch’ella fosse, ira non v’ha di un padre,
che al tuo parlar non caggia. Io mai non ebbi
dubbio neppur, che intiepidito appena
quel calor primo, che ai pungenti motti
vi spinse, ambo a mercede ripentiti