or ten possa tornare. In se non chiude
Salviati l’odio, che racchiuder suole
uom cui sdegno di re persegua e prema.
Ei ben lo sa, che la tua grazia tolta
per sempre gli è: né fia che a freno il tenga
speme omai, né timor: per se non teme;
tutto perdé nel dispiacerti. Eppure,
d’ogni suo oprar perpetua norma ei fassi
sol di quanto a te piace: e tu, se ingiuste
vie per servire al tuo rancor non tieni,
perder nol puoi mai per diritta via.
Cosimo V’ha chi m’inganna dunque?... Oh trista sorte
di chi piú puote! Or, quanto a me feroce
altri nol pinse? Ognun quí mente a prova;
e si fa ognun di mia possanza velo
a sue private mire...
Garzia A tutti è noto,
che in odio t’era di Salviati il padre;
quindi a gara ciascun ten pinge il figlio,
rubello, infame, scellerato.
Cosimo Ah! vero
parli, pur troppo! Un prence, il cor d’altrui
mal può saper, s’altri penétra il suo. —
Ma dimmi pure: or donde sai sí espresso
qual sia l’animo in lui? Bench’ei seguito
m’abbia in Pisa, nol vedi in corte mai:
che dico, in corte? ogni consorzio umano
ei fugge, e mena sí selvaggia vita,
che diresti che in petto alti ei rinserra
gravi pensieri; e ch’ei d’ogni uom diffida.
Garzia Direi, se il dir lecito fosse...
Cosimo Or, parla:
mi piace il ver; godo in udirti.
Garzia Ei venne
su l’orme tue, ma sol per torti ei venne
ogni sospetto di sua fe; che in mezzo