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82 ottavia
Ner. Che far?... Si mostri or questa Ottavia al volgo;

su via, si mostri; — indi si sveni.
Ottav.   Il petto
eccoti inerme: svenami, se il vuoi.
Pur che a te giovi!... Alla infiammata plebe
mostrami spenta: ogni colpevol gioja
rintuzzerai tosto cosí. Sol chieggio,
che un’urna stessa il freddo cener mio
di Britannico in un col cener serri.
Base al tuo seggio alta e perenne il nostro
sepolcro avrai. Perché piú indugi? or questo
mio capo prendi; al tuo furore il debbo.
Seneca Se perder vuoi seggio ad un tempo e vita,
Neron, sicuro è il mezzo; Ottavia uccidi.
Ner. Vendetta avronne ad ogni costo.
Ottav.   Ah! mille
morti vogl’io, non ch’una, anzi che danno
lieve arrecare al signor mio.
Tigel.   Ma il tempo
piú stringe ognora. Odi tu gli urli atroci?
Impeto tal non vidi io mai; di tanto
meno affrontabil, che di gioja è figlio.
Sceglier partito è forza.
Ottav.   E dubbio fia?
Nerone, a tor per ora ogni tumulto,
ei t’è mestier l’uccidermi, o l’amarmi:
l’uno, né mai pur finger tu il potevi;
l’altro brami, è gran tempo: osa tu dunque;
svenami; ardisci: o se da ciò l’istante
fausto or non è, temporeggiar momenti
ben puoi. La plebe credula, e ognor vinta
pur che deluso sia l’impeto primo,
per te s’inganni: è lieve assai; sol basta,
ch’io m’appresenti in placida sembianza,
come se in tuo favor tornata io fossi;
sol, ch’io mi finga tua. Cosí la calca