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176 bruto primo



SCENA QUARTA

Bruto, Popolo, Senatori, e Patrizj,

che si van collocando nel foro.

Bruto   — O tu, sovrano

scrutator dei piú ascosi umani affetti;
tu che il mio cor vedi ed infiammi; o Giove,
massimo, eterno protettor di Roma;
prestami, or deh! mente e linguaggio e spirti
alla gran causa eguali... Ah! sí, il farai;
s’egli è pur ver, che me stromento hai scelto
a libertá, vero e primier tuo dono.


SCENA QUINTA

Bruto salito in ringhiera, Valerio, Tito,

Popolo, Senatori, Patrizj.

Bruto A tutti voi, concittadini, io vengo

a dar dell’opre mie conto severo.
Ad una voce mi assumeste or dianzi
con Collatino a dignitá novella
del tutto in Roma: ed i littori, e i fasci,
e le scuri (fra voi giá regie insegne)
all’annual nostro elettivo incarco
attribuir vi piacque. In me non entra
per ciò di stolta ambizíone il tarlo:
d’onori, no, (benché sien veri i vostri)
ebro non son: di libertade io ’l sono;
di amor per Roma; e d’implacabil fero
abborrimento pe’ Tarquinj eterno.
Sol mio pregio fia questo; e ognun di voi
me pur soverchj in tale gara eccelsa;
ch’altro non bramo.
Popolo   Il dignitoso e forte