Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. III, 1947 – BEIC 1728689.djvu/185

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atto secondo 179
Bruto   A ciò sarovvi,

ed a null’altro, io capo. — Udir vi piaccia
un loro messo brevemente intanto:
in nome lor di favellarvi ei chiede.
Il credereste voi? Tarquinio, e seco
l’infame Sesto, ed altri pochi, or dianzi
fin presso a Roma a spron battuto ardiro
spingersi; quasi a un gregge vil venirne
stimando; ahi stolti! Ma, delusi assai
ne furo; a me l’onor dell’armi prime
furò Tiberio, il figliuol mio. Ne andaro
gl’iniqui a volo in fuga; all’arte quindi
dalla forza scendendo, osan mandarvi
ambasciator Mamilio. I patti indegni
piacevi udir quai sieno?
Popolo   Altro non havvi
patto fra noi, che il morir loro, o il nostro.
Bruto Ciò dunque egli oda, e il riferisca.
Popolo   A noi
venga su dunque il servo nunzio; i sensi
oda ei di Roma, e a chi l’invia li narri.


SCENA SESTA

Bruto, Tito, Tiberio, Mamilio, Valerio,

Popolo, Senatori, Patrizj.

Bruto Vieni, Mamilio, inoltrati; rimira

quanto intorno ti sta. Cresciuto in corte
de’ Tarquinj, tu Roma non hai visto:
mirala; è questa. Eccola intera, e in atto
di ascoltarti. Favella.
Mamil.   ... Assai gran cose
dirti, o Bruto, dovrei: ma, in questo immenso
consesso,... esporre... all’improvviso...
Bruto   Ad alta