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194 bruto primo
né il re sapean respinto: al fuggir forse

altra strada ei teneva. A noi fra mani
cadean costoro; e sbaragliati e rotti
eran giá tutti, uccisi in copia, e in fuga
cacciati gli altri, anzi che il sol cadesse.
Dal piú incalzarli poscia i miei rattenni,
per le giá sorte tenebre, a gran stento.
Coll. Nella mia uscita avventurato anch’io
non poco fui. Per altra porta al piano,
il sai, scendeva io primo: a torme a torme,
pressoché tutto lo sbandato nostro
prode esercito, in sorte a me fu dato
d’incontrare; deserte avean l’insegne
in Ardéa del tiranno. Oh! quai di pura
gioja sublime alte feroci grida
mandano al ciel, nell’incontrarsi, i forti
cittadini e soldati!... Entro sue mura,
da me scortati, or gli ha raccolti Roma;
e veglian tutti in sua difesa a gara.
Bruto Scacciato, al certo, come al figlio imposi,
fu il traditor Mamilio. Andiam noi dunque
tutti a breve riposo; assai ben, parmi,
noi cel mercammo. Al sol novello, il foro
ci rivedrá; che d’alte cose a lungo
trattar col popol dessi.
Coll.   — Oh Bruto!... Alquanto
sospendi ancora. — Or, fa in disparte trarsi,
ma in armi stare i tuoi soldati: io deggio
a solo a sol quí favellarti.
Bruto   E quale?...
Coll. L’util di Roma il vuol; ten prego...
Bruto   In armi
all’ingresso del foro, in doppia schiera,
voi, soldati, aspettatemi. — Littori,
scostatevi d’alquanto.
Coll.   — Ah Bruto!... Il sonno,