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340 parere dell’autore

quando saranno in tal caso. Ne avverrá forse da questa segretezza del pubblico, che alla rappresentazione il gran numero non se ne accorgerá affatto; e che molti perciò avranno avuto un certo piacere nell’udire un Virginio romano, padre, e soldato, stare a fronte d’un Appio decemviro, e seco sviluppare quei nobili sensi, da cui dovea poi rinascere Roma, e rigermogliare in se stessa quelle tante virtú, ch’ella mai fin allora non avea spinte tant’oltre.

Del quinto non parlo affatto, perché, per certe parti, io lo dovrei lodar troppo; e per cert’altre, come per esempio l’uccisione d’Icilio, rimango troppo in dubbio se non si poteva far meglio altrimenti.

Mi pare, che quanto all’economia del poema, in una materia difficilissima a distribuirsi, l’autore abbia anche un cotal poco progredito quí in tal arte.

Quanto virtuosamente tragica e terribile riesce la precedente catastrofe, d’un padre che è sforzato di salvar la figlia uccidendola, altrettanto e piú, viziosamente e orribilmente tragica è questa, di una moglie che uccide il marito per esser ella amante d’un altro. Quindi, in qualunque aspetto si esamini questo soggetto, egli mi pare assai meno lodevole di tutti i fin quí trattati da me.

Agamennone è per se stesso un ottimo re; egli si può nobilitare e anche sublimare colla semplice grandezza del nome, e delle cose da lui fin allora operate: ma in questa tragedia non essendo egli mosso da passione nessuna, e non vi operando altro, che il farsi o lasciarsi uccidere, potrá essere con ragione assai biasimato. Vi si aggiunga, che il suo stato di marito tradito può anche (benché l’autore grandissima avvertenza in ciò schivare ponesse) farlo pendere talvolta nel risibile, per esser cosa delicatissima in se: e rimarrá sempre dubbio, se questo difetto si sia scansato, o no, finché non se ne vedrá, alla prova di molte ed ottime recite, il pienissimo effetto.

Clitennestra, ripiena il cuore d’una passione iniqua, ma smisurata, potrá forse in un certo aspetto commovere chi si presterá alquanto a quella favolosa forza del destin dei pagani, e alle orribili passioni quasi inspirate dai Numi nel cuore di tutti gli Atrídi, in punizione dei delitti de’ loro avi: che la teologia pagana cosí