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sofonisba 365

nello sceglierla o nell’eseguirla, ovvero se io m’inganni nel giudicarla, altri lo vedrá e dirá, assai meglio di me.

Due difetti principali io scorgo in questo soggetto, i quali, aggiunti forse a qualch’altro che io non vi scorgo, vengono ad essere la cagione della mediocritá del tutto. Il primo difetto è, che questa moglie di due mariti è cosa, per se stessa, troppo delicata e scabrosa e rasentante la comedia, per potere interamente schivare il ridicolo. Mi pare di averlo in parte salvato col preventivo grido della morte di Siface, e col ritrovarsi Sofonisba sposa solamente e non moglie ancora di Massinissa. Con tutto ciò, questo stato di Sofonisba non dee molto piacere ai nostri spettatori. L’altro difetto è, che per quanto Scipione si colorisca sublime in questa tragedia, non essendo egli mosso da niuna calda passione, egli la raffredda ogni volta che vi si impaccia: eppure egli è parte integrante dell’azione, poiché Roma è il solo ostacolo alla piena felicitá di Massinissa. Ma un uomo sommo per se stesso, (quale è Scipione) che freddamente eseguisce le parti ingiuste ed atroci di un popolo soverchiatore, il quale potrebbe benissimo lasciare sposar Sofonisba da Massinissa; un tal uomo, diviene odioso a chi lo ascolta, bench’egli pure nol sia, né esserlo voglia. E ancorché le ragioni politiche scusino il popolo e il senato di Roma del diffidarsi di Sofonisba, dell’inimicarla, e perseguitarla; e benché l’amicizia caldissima che l’autore ha prestato a Scipione per Massinissa faccia sorgere in lui un certo contrasto tra il suo freddo dovere, e il non freddo impulso dell’amicizia; nulladimeno, il difetto naturale inerente al personaggio di Scipione non viene giá ad esser tolto, per essere alquanto menomato, deviato, e nascosto. Io son quasi certo in me stesso, che lo spettatore, senza sapersi render conto de’ moti dell’animo suo, sentirá in questa tragedia molto minor commozione di quello che la sventura di questi eroi dovrebbe naturalmente destare; e ciò soltanto, perché la sventura dei due amanti non diventa di necessitá indispensabile per alcuna intrinseca cagione o contrasto che sia in essi, ma per l’ostacolo solo di Scipione e di Roma. Le cagioni forse di questa minor commozione stanno anche in alcun altro difetto che io vedere non so; e nell’assegnare questo come il vero, non intendo io di dir altro, se non che non ne so scorgere alcuno che con maggior verisimiglianza mi si appresenti.

Sofonisba ha in se stessa tre grandezze; quella di cittadina di Cartagine, nipote di Annibale; quella di regina di un possente