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bruto primo 373


Il Popolo, che è principalissimo personaggio in ambedue i Bruti, in questo primo riesce forse alquanto difettoso dall’annunziare un po’ troppo quella virtú che egli non ebbe che dopo; ed a cui, fresco egli allora dell’oppressione, non potea per anco innalzarsi. Ma credo, che bisogni anche concedere non poco alla forza dell’orribile spettacolo del corpo della uccisa Lucrezia, da cui deve essere singolarmente commosso quel popolo; ed ogni moltitudine commossa è tosto persuasa; ed appena è persuasa, (finché non venga a dissolversi) ella opera e parla per lo piú giustamente, e spesso anche altamente, per semplice istinto di commossa natura. E per questa sola importante ragione, ha voluto l’autore con un poetico anacronismo rapprossimare la uccision di Lucrezia coll’uccisione dei figli di Bruto, non c’interponendo che un giorno; appunto a fine di rendere Collatino un personaggio piú tragico, a fine di infiammare con maggior verisimiglianza il popolo, e di giustificare con la recente atrocitá della cagione la lagrimevole atrocitá dell’effetto. Tuttavia a una recita quali sogliono farsi finora in Italia, la voce d’uno sguajato, che uscirebbe di mezzo a uno stuolo di figuracce rappresentanti il popolo, potrebbe facilmente destar le risate; e questo anch’io lo sapea; ma purché il risibile non stia nelle parole che dir dovrá il popolo, quanto all’aspetto e forma di questo popolo attore, mi fo a credere che mutando poi un giorno la forma e il pensare degli spettatori, muterá poi anche l’arte e il decoro degli attori. Quel dí, che in alcuna cittá d’Italia vi potrá essere un popolo vero ascoltante in platea, vi sará infallibilmente anche un popolo niente risibile favellante sul palco.

Tito, si mostra assai piú figlio di Bruto, che non del nuovo cittadino e console di Roma. Con questa tinta nel di lui carattere, l’autore ha sperato di farlo con piú verisimiglianza cedere il primo alle astute istanze di Mamilio, nel sottoscrivere il foglio.

Tiberio parea promettere un degno Romano, ove egli pure inciampato non fosse nelle reti di Mamilio. Questi, piú caldo di libertá, piú giovane, piú arrendevole al fratello, e piú innocente di lui, dee pur anche intenerire assai piú che Tito. Tale almeno è stata la intenzione dell’autore. Quanto piú l’uno e l’altro commoveranno e parran poco rei, tanto maggiore verrá ad essere la compassione per essi e per Bruto; il quale non li può pur salvare, senza mostrarsi piú padre e privato, che non cittadino e console; e se tal si mostrasse, non meriterebbe poi Bruto di dare egli