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48 saul
ti posa su; dov’è Saúl? — Le parti

d’Agág mal prendi; e nella via d’empiezza
mal tu ne segui i passi. A un re perverso
gastigo v’ha, fuor che il nemico brando?
E un brando fere, che il Signor nol voglia?
Le sue vendette Iddio nel marmo scrive;
e le commette al Filisteo non meno,
che ad Israél. — Trema, Saúl: giá in alto,
in negra nube, sovr’ali di fuoco
veggio librarsi il fero angel di morte:
giá, d’una man disnuda ei la rovente
spada ultrice; dell’altra, il crin canuto
ei giá ti afferra della iniqua testa:
trema, Saúl. — Ve’ chi a morir ti spinge:
costui; quest’Abner, di Satán fratello;
questi, che il vecchio cor t’apre a’ sospetti;
che, di sovran guerrier, men che fanciullo
ti fa. Tu, folle, or di tua casa il vero
saldo sostegno rimovendo vai.
Dov’è la casa di Saúl? nell’onda
fondata ei l’ha; giá giá crolla; giá cade;
giá in cener torna: è nulla giá. —
Saul   Profeta
de’ danni miei, tu pur de’ tuoi nol fosti.
Visto non hai, pria di venirne in campo,
che quí morresti: io tel predico; e il faccia
Abner seguire. — Abner mio fido, or vanne;
ogni ordin cangia dell’iniquo David;
che un tradimento ogni ordin suo nasconde.
Doman si pugni, al sol nascente; il puro
astro esser de’ mio testimon di guerra.
Pensier maligno, io ’l veggio, era di David,
scegliere il sol cadente a dar nell’oste,
quasi indicando il cadente mio braccio:
ma, si vedrá. — Rinvigorir mi sento
da tue minacce ogni guerrier mio spirto;