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atto quinto 53
Ahi misero Saúl! ei fia...

Micol   Ben altro
udrai. Crudel comando ad Abner dava,
ei stesso, il re; che, se in battaglia mai
tu ti mostrassi, in te convertan l’armi
i campion nostri.
David   E Gionata mio fido
il soffre?
Micol   Oh ciel! che puote? Anch’ei lo sdegno
provò del padre; e disperato corre
infra l’armi a morire. Omai, ben vedi,
quí star non puoi: cedere è forza; andarne
lungi; e aspettare, o che si cangi il padre,
o che all’etá soggiaccia... Ahi padre crudo!
Tu stesso, tu, la misera tua figlia
sforzi a bramare il fatal dí... Ma pure,
io no, non bramo il morir tuo: felice
vivi; vivi, se il puoi; bastami solo
di rimaner per sempre col mio sposo...
Deh! vieni or dunque; andiamo...
David   Oh quanto duolmi
lasciar la pugna! Ignota voce io sento
gridarmi in cor: «Giunto è il terribil giorno
ad Israéle, ed al suo re...». Potessi!...
Ma no: quí sparso di sacri ministri
fu l’innocente sangue: impuro è il campo,
contaminato è il suolo; orror ne sente
Iddio: pugnar non può quí omai piú David. —
Ceder dunque per ora al timor tuo
emmi mestiero, ed all’amor tuo scaltro. —
Ma tu, pur cedi al mio... Deh! sol mi lascia...
Micol Ch’io ti lasci? Pel lembo, ecco ti afferro;
da te mai piú, no, non mi stacco...
David   Ah! m’odi.
Male agguagliar tuoi tardi passi a’ miei
potresti: aspri sentier di sterpi e sassi