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82 agide
Agesis.   Quindi pagar nel vuole

Leonida oggi, a lui togliendo, iniquo,
non che la vita, anco la fama...
Agide   E questa
mai non sta nel tiranno: in me, nel mio
solo operar, sta la mia fama.
Agesis.   E nasce
sol dal tuo oprar l’altrui livore, e il fermo
empio pensier di opprimerti. Ma, viene
Anfare a noi? degno consiglio e amico
di Leonida...
Agide   Udiamlo.
Agiz.   Oh cielo! io tremo...


SCENA QUARTA

Agide, Agesistrata, Agiziade, Anfare, Popolo.

Anfar. Fuor del tuo sacro asilo, Agide, in mezzo

d’una tal turba io non credea trovarti.
Ma pur, piú grati testimon di questi
io bramar non potea. Vengo ad esporti
di Sparta i sensi.
Agide   E son?...
Anfar.   Di pace.
Agide   E quale?
Anfar. Vera: ove pace alle tue mire avversa
non sia pur troppo; ove in tumulti e risse
securtá tu non cerchi e in un grandezza.
Agide Io discolparmi or presso a te non deggio:
 orse il farò presso a chi il deggio. Udiamo,
di Leonida udiam la pace intanto.
Anfar. Son io messo del re? Di Sparta io sono
eforo; e a te parlo di Sparta in nome.
Ove piegarti ai cittadin tu vogli,
(ai veri e saggi) e la cittá tranquilla