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Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie postume, 1947 – BEIC 1726528.djvu/173

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ATTO QUINTO

SCENA PRIMA

Coro, Adméto giacente immobile sotto la statua di Proserpina, Feréo, i figli d’Adméto, Ercole con una donna velata, cui lasciata in disparte s’inoltra poi egli solo.
Feréo1 Tacete, o Donne; ecco, giá riede Alcide,

leal quanto magnanimo.
Coro   E su l’orme
sue frettolose, da lungi lo segue
con passi incerti una velata Donna,
in portamento altera.
Feréo2   Eccelso Eroe,
deh vieni; e tu (che il puoi tu sol) sottraggi
da orribil morte il disperato amico.
Il Coro d’Alceste
Deh, qual crudel comando a noi tu davi,
Ercole invitto! Il semivivo corpo
portammo fuor d’ogni qualunque vista;
e fide poscia, ma tremanti e incerte
sul destino d’Alceste, al Re negammo
dar di noi conto: e il tacer nostro, o i detti
rotti e dubbiosi, a replicati colpi
immergevan sí addentro in cor d’Adméto


  1. Vedendo Ercole.
  2. Incontrandolo.