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Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/141

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di vittorio alfieri 113


CXI [cl].1

Gii dànno vita il desiderio della gloria e l’amore.

Fra queste antiche oscure selve mute,
Che fan del monte il dorso irsuto e negro,
Là donde il pian traspar culto ed allegro,
4 Alte dolcezze io spesso ho in me godute.2
Or mille in mente fantasie piovute,3
Forma ebber poscia di poema4 intégro;
Or di colei che il cor dolente ed egro
8 Fammi, in rime5 laudai l’alta virtute.
Cosí, sempre invisibili al mio fianco
Vengon compagni, e delirar mi fanno,
11 Dal destro lato Gloria, Amor dal manco.
Oh bel sollievo d’ogni umano affanno!
Viver, da prava ambizïon ben franco,6
14 Tra spini e fior, quai Febo e Amor li danno.7


CXII [cli].8

Triste condizione dell’uomo di liberi sensi

nato in terra schiava.

Duro error, che non mai poscia si ammenda,9
Il nascer schiavo del poter d’un solo!10


  1. Il periodo che l’A. passò nella solitudine del castello di Martinsbourg fu per lui de’ piú felicemente operosi: stese nel dicembre dell’85 la Sofonisba e la Mirra, nel gennaio dell’86 il secondo e terzo libro del Principe e delle lettere, e il dialogo La virtú sconosciuta; verseggiò, in parte, l’Abele, tramelogedia, e riprese la tante volte interrotta Etruria vendicata. In tale periodo di febbrile attività (che gli fu causa di un attacco non lieve di podagra) compose questo sonetto, il 23 di febbraio, nella Selva dei Tre Castelli.
  2. 1-4. Veramente bella e armoniosa quartina.
  3. 5. Anche qui, come nel son. Solo, fra mesti miei pensieri, in riva, è una eco del dantesco:
    Poi piovve dentro all’alta fantasia...
  4. 6. Poema, nel senso di tragedia, o di opera letteraria in genere.
  5. 7-8 ... il cor dolente ed egro Fammi, con la sua lontananza. — In rime, nei componimenti di questo Canzoniere.
  6. 13. Prava, bassa, collocata in oggetti indegni; franco, libero, esente.
  7. 14. Intendasi: tra dolori e gioie, quali soglion darli la poesia e l’amore.
  8. Piú volte abbiamo avuto occasione di osservare come l’A., allorché meditava qualche opera o la componeva, si compiacesse di esprimerne, per via di sonetti, l’idea fondamentale. Nel gennaio dell’87, l’ho detto di sopra, egli pose mano al secondo e terzo libro del Principe e delle lettere, e in questo sonetto, che fu composto il 26 di febbraio, e in uno che qui non si inferisce, del 4 marzo 1786, è quasi una ripercussione di quei pensieri che, lungamente elaborati, avrebbe poi messi in iscritto.
  9. 1. Si ammenda, si corregge.
  10. 2. Come era accaduto all’A., nato nel dispotico Piemonte.
Alfieri, Rime varie. 8