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di vittorio alfieri 199


Sí, che fatto esser parmi e son piú ch’io,
Né in me di sano omai riman pur dramma.1

Strofe II.

«Che vuoi?» Grida ella in spaventevol suono.
Non le rispondo io, no: bensí le afferro
Con ambe man2 la mano;
E tra minace3 e supplice mi atterro,
Qual uom che i di lei detti anéla in dono.
6 Dibattesi ella in vano:
E all’atterrirmi4 invan si scaglia il tuono
Da quell’ignea voragine profonda,
Che col vapor suo fero
Di vaticinii il di lei labro inonda.
11 La tengo io salda: e vincitore, io spero
Ottener la fatidica risposta
Di mia intesa da lei muta proposta.5

Antistrofe II.

«Quei che me tutta or di sé tutto invasa6
«Nume tremendo Pizïo te pure
«Agita e sprona; io ’l veggio;
«Che sol dietro sua scorta orme secure
«Spinte aver puoi vêr la fatal mia casa.7
6 «Non vo’ quind’io, né il deggio,
«Far col mio niego appien tua speme rasa:8
«Ma scarsi carmi entro a caligin densa
«Sol può darti il mio labro.
«Sovra ogni nube a volo aquila immensa,
11 «Le cui forti ali il raffrenar fia scabro,9
«La eccelsa cima afferrerà dell’Alpe,
«Quand’occhi e ardir nel piano avran le talpe.


  1. 14. Dante (Purg., XXX, 46 e seg.):
    Men che dramma
    Di sangue m’è rimasa che non tremi.
  2. 3. Con ambe man, piú comunemente: con ambe le mani.
  3. 4. Minace: dal lat. minax, minaccioso.
  4. 7. All’atterrirmi, per atterrirmi.
  5. 13. Proposta ha qui significato di comando.
  6. 1. Invasa, empie.
  7. 5. Casa nel significato di tempio: Dante (Inf., VIII, 120) usa questo vocabolo ad indicare l’inferno:
    Chi m’ha negate le dolenti case?
  8. 7. Rasa, vana, nulla: Dante (Inf., VIII, 118), in maniera analoga:
    Le ciglia avea rase
    D’ogni baldanza...
  9. 11. Scabro, difficile. — L’oracolo è