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128 vittorio alfieri


CC.

Dolce a veder di giovinezza il brio,
Che con modestia lietamente aggiunto,
In bella donna manifesti a un punto
La candid’alma, e il natural desio!

Tra l’opre tante in cui grandeggia Iddio,
La prima è questa; e ad ammirarla è punto
Ogni uom da spron che gli ha Natura ingiunto,
Per quanto al bello ei sia cieco e restío.

Oh vero raggio di luce divina,
Che folgorando infra due ardenti lumi,
Fai d’ogni nostro senso alta rapina!

Oh bei leggiadri angelici costumi,
Sovrana forza che ogni forza inchina!
Voi de’ mortali siete in terra i Numi.

CCI (1789).

Tosto ch’io giunga in solitaria riva,
Quanto a me si appresenta, o poggio, o piano,
O selva, o mormorio d’acque lontano,
Tutto a prova mi accende e vuol ch’io scriva.

Eppur, non sempre avvampa in fiamma viva
Del par la mente; onde avvien poi, che vano
Spesso è il mio carme, e che fors’anco è insano
Quasi d’uom che abbajando in rime viva.

Muto, deh pur, come di lingua il sono,
Foss’io di penna! o al buon Vulcan sapessi
Il neonàto Sonetto offrire in dono! —

Noi siam ben tutti appieno in ciò gli stessi;
L’ultimo parto, ci par sempre il buono;
Ma il precedente pure arder non dessi.