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rime varie 39


Ch’egli ebbe, or s’abbian questi
Del barbarico Re più rei di tanto,
Che lor non muove gloria; e a dar son presti
Per oro pace, e pel guadagno il vanto.

VII.


Va’ dunque, approda, o sconsigliato stuolo
Di mercatori armati.
Vediam se il lucro in tua ragion si ascrive,
Se i mal compri Tedeschi tuoi soldati
Valor ti danno a nolo:
Vediam, vostre armi d’ogni vita prive
Contro le altrui ben vive,
Quanto, ancor che in più copia, possan oggi.
Ecco afferrato il porto: e già discende
Marte con l’armi orrende;
E scorre i campi, e i fiumi varca e i poggi;
E d’ogni ostel fa alloggi.
Ma che perciò? vegg’io
Tremar quei prodi o sbigottir? Dolenti
Li veggio ben, ma impavidi: lor Dio
È libertà: non fieno in lei vincenti?

VIII.


Ogni bifolco in pro’ guerrier converso
Per la gran causa io miro;
E la rustica marra e il vomer farsi
Lucido brando, che rotante in giro
Negli oppressor fia immerso.
Già del più debil sesso io veggio armarsi
E a vicenda esortarsi
Nuove d’Euròta abitatrici ardite;
Altre ai figli, ai mariti incender l’alme;
Altre portar le salme:
Vedove, no, non veggio a brun vestite;
Che le ben spese vite
Non piangon elle. Or fia
Che virtù tanta a ignavia tal soggiaccia?
No: che dall’Euro spinta ivi s’avvia
Nube di guerra che i fellon minaccia.