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rime varie 61


LXXIV.

Malinconìa, perchè un tuo solo seggio
Questo mio core misero ti fai?
Supplichevol, tremante ancor tel chieggio;
Deh! quando tregua al mio pianger darai?

L’atra pompa del tuo feral corteggio
Ben tutta in me tu dispiegasti omai:
Infra larve di morte, or di’, mi deggio
Viver morendo ognor, nè morir mai?

Malinconìa, che vuoi? ch’io ponga fine
A questa lunga insopportabil noja,
Pria che il dolor giunga a imbiancarmi il crine?

Dunque ogni speme di futura gioja,
Che Amor mi mostra in due luci divine,
Caccia; e fa, ch’una intera volta io muoia.

LXXV.

Alta è la fiamma che il mio cuor consuma;
Ma chiarità di sangue non è sola
Cagion, per cui con sì robusta piuma
Donna su l’altre come aquila vola.

Di propria luce in suo chiaror si alluma
Questa mia stella, e non d’altrui l’invola:
E par quanto più splende e men presuma,
Tale a beltà fa di modestia stola.

Semplice e piana, d’onestà s’infiora;
Suo dolce dir, senz’arte è lusinghiero;
Fra il labro e il cor piena concordia ognora:

E quel suo, di lei sola, umile-altero
Atto, che alletta, affrena ed innamora....
E ne son io diviso?.... Ed io non pero?