Pagina:Alfieri - Rime varie (1903).djvu/9

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SONETTI.


I (1776).

Volea gridar, fuggir volea, ma vinto
Da sovrumana forza, immobil stette
L’Idéo garzon fra le amorose strette
4Di Giove augel tenacemente avvinto.

Tutto è nel viso di pietà dipinto;
Le voci al core ha per timor ristrette;
Piange, ch’altro ei non puote; e sè commette
8Al rapitor, che indarno avria respinto.

Lieto il Dio della preda, all’aura i vanni
Rapidissimo spiega, e al ciel poggiando,
11Dolci lascivi baci al giovin fura.

Garzon, che giova il pianto? a che ti affanni?
All’invida Giunon pungente cura
14In ciel tu sali, e salirai tremando?

II (1776).

Braccia con braccia in feri nodi attorte,
Dansi co’ larghi petti orribil urto;
E dagli occhi spirando entrambi morte,
4Vuol darla Alcide a forza, Antéo di furto.

Usa ogni arte, ogni schermo, Antéo men forte;
Spinto è tre volte a terra, e tre n’è surto;
Ch’egli appena l’ha tocca, ella gli ha porte
8Forze novelle ond’è il valor risurto.

Ma chi contr’Ercol basta? Ecco egli afferra
Lo astuto schermidor con man tenace,
11E dalla terra madre alto lo spicca:

Quanto ei si sbatte più, vieppiù lo serra;
Quindi al suol lo stramazza, e vel conficca:
14Per non risorger mai prosteso ei giace.