Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, II.djvu/54

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210Ver me son essi: dal paterno Trono
Escluso m’han; poco saria: ritolto
D’ogni retaggio suo m’hanno ogni parte;
Nè ciò lor basta: crudi, anco la vita,
Come pria le sostanze, or voglion tormi.
Vedi, se a torto io fuggo.

Agaménnone.

215A ragion fuggi;

Ma quì mal fuggi.

Egisto.

Ovunque io porti il piede,
Meco l’infamia del paterno nome
E del mio nascer traggo, il so: ma dove
Meno arrossir nel pronunziar Tieste
220Poss’io, che agli occhj del figliuol d’Atreo?
Tu, se di gloria men carco n’andassi,
Tu, se infelice al par di me ti fossi,
Tu il peso allor, tu sentiresti allora
Appien l’orror, che all’esser figli annesso
225Va non men che del mio, del padre tuo.
De’ mali miei dunque entra a parte; Atride