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110 | VITA DI VITTORIO ALFIERI. |
[1766] (benché senza ordine e senza esattezza ) così presa in grande mi era bastantemente nota ed in mente, essendo stata la sola istoria ch’io avessi voluto alquanto imparare nella mia prima gioventù.
Finalmente, ai tanti di Decembre dell’anno 1766 vidi la sospirata Porta del Popolo; e benché l’orridezza e miseria del paese da Viterbo in poi mi avesse fortemente indisposto, pure quella superba entrata mi racconsolò, ed appagommi l’occhio moltissimo. Appena eramo discesi alla Fjazza di Spagna dove si albergò, subito noi tre giovanotti, lasciato l’Ajo riposarsi, cominciammo a correre quel rimanente di giorno, e si visitò alla sfuggita, tra l’altre cose, il Panteon.I miei compagni si mostravano sul totale più maravigliati di queste cose, di quel che lo fossi io. Quando poi alcuni anni dopo ebbi veduti i loro paesi,mi son potuto dare facilmente ragione di quel loro stupore assai maggiore del mio. Vi si stette allora otto giorni soli, in cui non si fece altro che correre per disbramare quella prima impaziente curiosità. Io preferiva però molto di tornare fin due volte il giorno a S. Pietro, al veder cose nuove. E noterò, che quell’ammirabile riunione di cose sublimi non mi colpi alla pri-