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VITA DI VITTORIO ALFIERI. |
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[1774] que o di dieci; ma in somma delle parole guisa di dialogo, e a guisa di versi, tra un, Forino, una Donna, ed una Cleopatra che poi sopravveniva dopo un lunghetto parlare fra codesti due prima nominati. Ed a quella Donna, dovendole pur dare un nome, nè altro sovvenendomene, appiccicai quel di Lachesi, senza pur ricordarmi ch’ella delle tre Parche era l’una. E mi pare, ora esaminandola, tanto pii strana quella mia subitanea impresa, quanto da circa sei e più anni io non aveva mai più scritto una parola Italiana, pochissimo e assai di rado e con lunghissime interruzioni ne avea letto. Eppure così in un subito, nè saprei dire nè come nè perchè, mi accinsi a stendere quelle scene in lingua Italiana ed in versi. Ma, affinchè il lettore possa giudicar da se stesso della scarsezza del mio patrimonio poetico in quel tempo, trascriverò qui in fondo di pagina a guisa di nota un bastante squarcio di codesta composizione, e fedelissimamente lo trascriverò dall’originale che tuttavia conservo, con tutti gli spropositi per fino di ortografia con cui fu scritto: e spero, che se non altro questi versi potranno far ridere chi vorrà dar loro un’occhiata, come vanno facendo ridere me nell’atto del trascriverli; e prin-