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Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/136

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114 visione

Col sangue umano in satollar la fame;
     Nudo, e coperto sol di penne i lombi
     348Insiem tessute con arboreo stame.
Qui più d’ogni altro avvien che il suon rimbombi
     Delle genti Europee confuso e misto
     351Fra il suon de’ corvi impuri e de’ colombi,
Che sotto al sacrosanto arbor di Cristo
     Occupan l’ampio suol, che in altra etate
     354Fu già gran parte del Romano acquisto.
Io colla bella Guida avea varcate
     Fra turba e turba le pianure elette
     357I fonti a diramar della Pietate;
E ascese avea le dirupate e strette
     Vie del selvoso inaccessibil colle,
     360Che l’erta fronte oltra le nubi mette;
Nè al piè d’inciampo eran o sterpi, o zolle,
     O sassi, o spine, chè l’amica scorta
     363Rendea l’aspro sentier facile e molle.
Quando un’alta armonía, che riconforta
     Ogni spirto vital che stanco assonna,
     366Tal s’udío su la strada al monte attorta:
Ave, o del giorno eterno immortal Donna,
     Che avesti il cor d’immensa grazia adorno
     369Fra quante unqua vestír terrestre gonna.
E al bel canto rispose a noi dintorno
     Con mille voci un invisibil Coro:
     372Ave, o gran Donna dell’eterno giorno.
L’Angelico pel monte inno canoro
     Sul pian ci colse d’innalzata costa,
     375Che la vetta scopría fra i raggi d’oro,
Tal, che all’alto mirando, ove riposta
     Credei del Sol la lampa, il Sol non scorsi,
     378Ma una Donna nel Sol quasi nascosta.