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18 | Il diavolo nella mia libreria | :: |
Ma ritornando nella legnaia, vidi che i due contadini non avevano concluso quasi nulla.
«Di questo passo arriveremo a notte!»
Oh, non che essi, bravi e onesti figliuoli, forniti della più fortunata ignoranza, perdessero il tempo nel leggere i frontespizi! Ma non sapevano come fare: fra cartacce e libri era un caos! Tiravano su delicatamente, e mi parve quasi paurosamente perchè i vecchi libri, ammuffiti, si sfasciavano nelle loro mani.
Poi erano esclamazioni di stupore, perchè essi giudicavano i libri alla stregua dei poponi, delle melanzane, delle belle zucche gialle, che da noi, in terra di Romagna, è costume mettere sui tetti delle case coloniche, e stanno così bene. Più i libri erano voluminosi, e più il loro stupore cresceva; proprio come quando nel campo si additano le zucche gialle.
«Chi sa che cosa ci sarà dentro!» dicevano.
Insegnai come dovessero fare: insaccas-