Pagina:Algarotti, Francesco - Saggi, 1963 - BEIC 1729548.djvu/341

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l’imperio degl’incas 335

mandò in tutte le provincie dell’imperio maestri di lingua, i quali dovessero apprendere a’ sudditi la favella della capitale e la scrittura medesimamente dei chipù, o sia di quei nodi dove i varî colori e la varia loro disposizione erano tra’ Peruani, a guisa de’ nostri caratteri, la espressione e il segno dei concetti dell’animo. E se importantissimo era l’editto di Pachacutec, non era meno severa la pena che egli imponeva a’ trasgressori di esso: la esclusione da’ pubblici uffici, che è il più crudel martirio che contro a’ Cristiani sapesse immaginare quel malizioso ingegno di Giuliano.

Ma quello che sopra tutto fece alla sicurezza e all’aumento dell’imperio, fu la disciplina militare. In qualunque tempo grandi provvedimenti per la guerra; ogni trasandatura negli ordini della milizia era irremissibilmente punita; fortissime erano le prove che esigevano da’ giovani Incas avanti che gli armassero Cavalieri; come dire desterità nella lotta e nel maneggiar l’armi, agilità nel corso, accortezza e bravura nel difendere o assalire una fortezza. E certo convien dire che quelle loro genti eran ben disciplinate, dappoiché per tutti i loro conquisti non ebber mai eserciti più grossi che di cinquanta in sessanta mila uomini. Oltracciò tenevano un censo esatto del numero degli abitanti dell’imperio. Ciascun corpo di cittadini era come diviso in più corpi minori e ogni picciol numero di uomini veniva subordinato a un capo. La pace era in certo modo una continua esercitazion della guerra. Né veruno era promosso al grado di comandare, se prima non avea appreso egli medesimo ad ubbidire.

Dopo così buoni ordini stabiliti nelle armi e in ciascuna altra parte dello stato, e tanto simili a’ migliori che tengono od hanno tenuto fra noi, i più aspetteranno di sentire quali provvedimenti facessero gl’Incas perché nel loro imperio venissero a fiorire anche le lettere; e da non picciola maraviglia saranno naturalmente presi all’udire che quei principi pensarono per lo contrario ad impedire che le lettere si spargessero e si facessero nel popolo comuni. Pare che fosse preveduto da esso loro, non dalla universale cultura delle scienze ne dovessero nascere quei disordini, che sonosi veduti insorgere in tanti stati di Europa,