Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/149

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Dialogo TerZoZ 1%J

tra il fuono, e la luce, non avrebbe de fi de raro forfè trovarne di più ftrctte . Ma la differenza grand Ufi ma , che v'à tra l'uno e l'altra; poiché egli à voluto ancora che fe ne efaminaflero le discrepanze, fi è, come io diceva da principio, che il canale dell'uno è l'aria, e dell'altra la materia eterea; il che 'fa che il fuono debba propagarfi dal corpo fonoro in tempo, bifognando in &td un po* di tempo prima che il moto fi comunichi da una particella dell' aria all' altra, per avervi tra effe degli fpazietti, e degl'intervalli, e la luce all'incontro, per e (Ter tutto pieno di yorticetti, e di materia eterea, debba propagarfi in un i (laute, o almeno in pochiffìmo tempo. La luce e il fuono anno quella fomiglianza tra loro, che avvi nelle Metamorfofi tra le Nereidi fcolpite da Vulcano full' argentee porte della Reggia del Sole. 1 lineamenti del volto non fono in tutte gl'iiìeffi, ma non fon però nè meno cosi divelli , che non fi ravvifino agevolmente per forelle .

Diventiamo adunque , dille la Marchefa , Cartefiani riformati, accettando una Riforma, che fpiega tutto ciò, che fpiegavano i globetri , e qualche cofa d'importante molto, eh' effi non impiegavano. Adottiamo quella luce del Maliebranche, e quello fuono nuovi fratelli in Pitica . Egli non è da difperare, foggiuns'io, che il Cembalo de' colori, e la Mufica degli occhi, che llabilifce e conferma più che mai quella nuova fratellanza, non faccia un giorno fortuna con voi.

Che volete voi dire, replicò la Marchesa,