una fibra comporta d’infinite fi orette, o filamenti,
ciafcun de’ quali à un particolare, proprio ed
inalterabil colore, cui egli non lafcerebbe di molare,
fe veduto erter potette fe parato dagli altri»
i quali con etto infìeme a formare il color bianco,
o aureo della luce concorrono. Ma qual farà l’ind
ufi ria del Fifico, che potta feparare e rifolverc
il raggio totale e comporto ne’ Tuoi primitivi
ed elementari, onde ciafcuno di etti dtmoltri il
proprio colore? Egli è certo, che querta feparazione
non potrebbe fucceder giammai, fe quelli
raggi primitivi ed omogenei non fotter di lor natura
tali, che pattando da un mezzo in un’altro,
per efempio dall’aria nel vetro, tutti colla medefima
inclinazione, gli uni non fi ri fran getterò
più, e gli altri meno, venendo per cotal modo a
dividerfi, e fcompagnaifi gli uni dagli altri. E
querta è la grande icoperta fondamentale di quello
firtema la differente rifrangìbilhà^cìot de’ raggi
differentemente colorati? fecondo la quale i violetti
fono i più ri frangi bili di tutti, pofeia feguono
gl’indachi, indi gli azzurri, i verdi, i gialli,
gli aranci, e finalmente i rotti, che meno d’ogti’
altra forra fi torcono nella rifrazione, Mi fono io
fpiegato aliai chiaramente, o Madama, fopraquefie
cofe? Anzi che nò, rifpos’ella, ed io intendo beri
ìffìmo come la Natura facendo i raggi divtrfamente
colorati, diverlamente rifrangibili, a preparato
a* Fifici di che fare una fcparazione, che
altrimenti farebbe fiata impoffibile. Strane, c
maravigliofe cofe di querta luce voi mi narrate in
vero, alla cui invenzione un grande, & ardito