Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/178

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166 Dialogo Quarto.

ultime a ritrovarli: La circolazione del fangue, per efempio, pare che doveiìe e {Te re una fcoperta molto facile da farli, e molto antica. Quando fi fa un fa la irò al braccio, le arterie fi gonfiano dalla parte del cuore verfo le estremità del corpo, e le vene al contrario dalle eftrcmità verfo il cuore. Quello fa ben vedere, che certi vai!, cioè le arterie, fon delibati a portare (1 fangue da! cuore all’eft rem iià, e cerei altri, cioè le vene, dall’direnili à al cuore. D’altra parte la morte di Seneca poteva fervir agli Antichi d’una fperienzain Fiiìca, non meno che d’un precetto alla Morale. Bgli era imponìbile, che il fangue tutto poterle u le ir dall’apertura delle vene, fe quello delle parti più bade non avelie avuto comunicazione con le parti più alte, in fomma fe non avelie circolato per tutto il corpo. Voi vedete adunque quanto meno per conofeer la circolazion del fangue bifognava agli Antichi, che aveano già le fperienzc belle e fatte, che al Grimaldi, a cui era mefliero incominciar dal farle per conofeer la vanità della fua difperfione. Egli è vero, che qualche partigiano dell’antichità pretende di trovar quefta fcoperta in Ippocrate, in quella maniera che vogliono tutte te invenzioni de’ Moderni, c per fino le noftrc malattie trovarli negli Antichi. Ma egli è come fe un Vellutello, o altro innamorato del Petrarca trovarle in que’ verfì:

In quel giorno che al Sol fi fcoloraro Per la pietà del Juq Fattore i rat