Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/184

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172 Dialogo Quarto.

Tutto che ragionevole ciò fia, quella cosi ampia ricerca di prove, di mancanza di dimoitrazione è fcgno, liceo me il troppo lludio dell’ornarli, arguisce in un volto difetto di naturai bellezza. Chi fa malgrado quella moltiplicità di o nervazioni porrebbe dubitare alcuno, le qualche corpo, che noi non cono/chiamo ancora, non graviti, o le v’à qualche paefe nella Terra Aullrale i’ncogni tàj in cui i corpi., che in tutto il retto del Mondo noto gravitano, non gravitaflero; o fe v’è itato un fecolo, in cui un certo corpo non ab.bia gravitato? Voi m’accorderete però agevòlmente, difs’ella, che quando la moltiplicità delle oflTervazioni è tale, quale è quella: da cui li deduce la gravità de’ corpi, o la diverta riftangibilità de’ raggi della luce, il dubitar non farebbe perdonabile, che a cui per avventura egli folle lìato da’ Medici ordinato per motivo di. falute.

Se v’à, replicai io, chi è troppo intemperante ne’ dubbj, v* a, molto più di coloro, che non fono fuffieientemeute ritenuti nell’afTerire. Non imitan già rurti del nolìro faggio FUofofo la cauta, e neceffaria lentezza. Ad alcuno un fola cafo particolare balìa- talvolta per dedurne tre ttolofam ente una conci ulion generale, alla foggia di quegli, che della coltura, c del general carattere d’una Nazione intera, giudizio formano dal particolare umore, e dalla Angolarità di.ufl uomo-, che avranno al Caffè una, o due visite veduto*. L’Avverte ri a dei Signor Newton, di cui io vi parlava poc’anzi^rrrimaginandofi di averne rovefeiato il lille ma, e principalmente la