Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/207

Da Wikisource.

Dialogo Quarto. 195

DIALOGO QUINTO.


Si contìnua ad esporre il Siftema

dell’Ottica TZevvtoniano.



N

on così torto la feguente mattina forfè dal letto la Marchefa, che contro l’ufo del bel Mondo mi fece entrare nel fuo Gabinetto, non afeondendo quel difordine, da cui ella ben fapeva nulla dover la fua bellezza temere. fa verità, cominciò ella a dire tofro, che mi vide da lontano, che quella voltra Fdofofia comincia a divenire una cola feria. Io poflo dirvi aver dormito quella notte molto meno delle altre. Se ella ne fia la cagione, o nò, io non lo fo, ma fo bene, che la Filofofìa, e il non dormire vanno infieme.

I miei interrotti fogni m’aveano rrafporrata affatto nel paefe dell’Ottica, dove altro non mi pare* di vedere che prifmi, lenti, raggi diverfamente rifratti, immagini colorate, e che fo io. In fornirla tutte quelle fperienze, e tutti quegli attreccj Filofofici, che m’avete deferi tto, fi Accedevano di mano in mano nella mia immaginazione, come vifioni, e fanrafmi. Per quanto belle fieno quefte cofe per fe, io non avrei creduto giammai mi dovettero occupar si forte in un tempo, in cui non lì fuol penfar gran fatto alla Fdofofia. In