Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/236

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224 Dialogo Quinto.

che è nell’aberrazione del lume il più colpevole. Io ô veduto il primo cannocchiale di questo genere lavorato tutto da quelle stesse mani che avean già mostrato a’ Pianeti le loro strade nelle vaste solitudini del voto ed aperto alla Geometria l’immensa carriera dell’Infinito. Egli è conservato in Inghilterra in una Villa, dove ogni cosa spira gentilezza, e Filosofia insieme co que’ medesimi prismi, i quali la prima volta rifransero nelle mani del nostro Filosofo diversamente la luce, ne separarono i rubini, i gacinti, e gli smeraldi, e dispiegarono agli occhi mortali le celesti ricchezze della lucida veste del giorno.

Nella riflessione da uno specchio non si separano, come nella rifrazione per una lente, i colori, e gli oggetti per conseguenza ponno molto più distintamente vedersi. Egli è stato sperimentato in Italia (poichè ancor quì fra noi la Verità o il Newton anno i loro adoratori, e il loro Tempio) che fe un'oggetto lontano mezzo rosso, e mezzo azzurro, è guardato col cannocchiale ordinario, quello dovrà essere considerabilmente raccorciato per veder distintamente la metà azzurra dell’oggetto, ed all’incontro allungato per vederne la rossa con distinzione; laddove elleno sono egualmente distinte nella medesima lunghezza di cannocchiale, qualor son guardate col Newtoniano. Senza di che questo nuovo di riflessione â un altro vantaggio sopra i cannocchiali ordinarj, che uno di questi lungo un piede equivale ad un ordinario di dodici, o di quattordici piedi, ed uno di sei piedi ad un ordinario di cen-