Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/31

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Dialogo Primo. 19

nascere fino a’ nostri dì. E questa professione non è molto fastosa, se vi piace, com’è quella di coloro, che in un batter d’occhio, si può dire, vi fabbricano il Mondo; ma in contraccambio mantiene ciò, ch’ella promette. Del che si dee tener obbligo a un Filosofo nè più nè meno che alla sua Dama.

Io vi confesso però, riprese a dir la Marchesa, che io, che son Donna, amo coloro, che intraprendono cose grandi e difficili. Non è egli appunto per questo, che noi prendiamo tanta parte nelle avventure degli Eroi? L’ardire di questi Eroi della Filosofia â qualche cosa di aublime e di superiore. Se non attengono in tutto ciò che promettono, non debbon’eglino anch’essi risentirsi dell’umanità? D’altra parte quando mai gli avremo noi questi buoni sistemi, se si dee aspettar prima a saper tutti i fenomeni, come voi dite? Eglino saranno almeno così rari tra noi, come i giuochi Secolari altra volta fra i Romani; Ed io non posso lusingarmi di viver tanto da vederne uno a’ giorni miei. Farà dunque mestieri, che io mi contenti di quelli che abbiamo, quali essisi sieno. Io credo, rispos’io, o Madama, che nessuno abbia avuto mai più speciose ragioni di voi per sentir follìe. Bisognerà pur dunque che queste vostre ragioni vi vagliano. Ma perchè io voglio esser più discreto con voi di quello che voi siate per avventura con me, volendo voi che noi perdiamo a ragionare quel tempo, che meglio a godere spenderebbesi; io non mi servirò del diritto, che mi darebbon’esse verso di voi per pro-