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dove il verso secondo Ce prince ec. fatto in grazia solamente della rima, non ci fa la figura che di padre compagno, come di somiglianti versi diceva graziosamente Boileau. E che si ha egli da dire di quel lago di parole in cui il La Fontaine ha annacquato un solo tratto di Orazio?

Naturam expellas furca tamen usque recurrit1

dice il poeta latino, e il francese parlando del naturale che a una certa età ha già preso la sua piega,

     En vain de son train ordinaire
     On veut le désaccoutumer:
     Quelque chose qu’on puisse faire,
     On ne sauroit reformer.
     Coups de fourches, mi d’étrivières
     Ne lui font changer de manières
     Et fussiez vous embattonez,
     Jamais vous n’en serez les maîtres.
     Qu’on lui ferme la porte au nez,
     Il reviendra par le fenêtres2

Non altro convien dire, se non che la obbligazione del trovare simili desinenze ha tanto traviato colui, il quale nelle sue favole intendeva di mostrare che delle muse francesi non sono punto nimiche le grazie laconiche.

Γυμνὴν εἶδε Πάρις με, καὶ Ἀγχὶση, καὶ Ἀδώνις,
     Τοὺ τρεῖς οἶδα μόνους. Πραξιτέλης δὲ πόθεν;

è un gentilissimo distico dell’Antologia sopra

  1. Lib. I, ep. 10
  2. T. I, lib. II, Fable 18 e Préf.