Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/112

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106 la divina commedia

     Io non posso negar quel che tu chiedi:
in giú son messo tanto, perch’io fui
138ladro a la sagrestia de’ belli arredi,
     e falsamente giá fu apposto altrui.
Ma perché di tal vista tu non godi,
141se mai sarai di fuor da’ luoghi bui,
     apri li orecchi al mio annunzio, e odi:
Pistoia in pria de’ Neri si dimagra;
144poi Fiorenza rinnova gente e modi.
     Tragge Marte vapor di Val di Magra
ch’è di torbidi nuvoli involuto;
147e con tempesta impetuosa e agra
     sovra Campo Picen fia combattuto;
ond’ei repente spezzerá la nebbia,
150sí ch’ogni Bianco ne sará feruto.
     E detto l’ho perché doler ti debbia!»