Pagina:Alighieri, Giuliani - Opere latine vol I - 1878.djvu/102

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COMMENTI. 83


centino; ma per le cose successive dobbiam intendere, ch’ivi siano indicate specialmente le nutrici. Al «distinguere» poi, che qai Dante adopera, ben corrisponde lo scolpire dell’uso volgare de’ Toscani.

21. Ecco or dunque la distinzione precisa che vuol farsi, del parlare primario, Volgare o naturale che voglia chiamarsi, dal parlare secondario, Latino od artificiale, che vien detto Grammatica. Ma si avverta che per Dante lingua, parlare, loquela, linguaggio, idioma, significano la stessa cosa. E chi ne potesse aver dubbio, gli cesserà prontamente, ove pur voglia percorrere il primo Trattato del Convito. Del resto, questa Lingua, che or qui si determina come la Grammatica, per apprenderne le regole e la conoscenza richiede lungo tempo ed assiduo studio. Essa è dunque artificiale e letteraria, il Latino propriamente detto: laddove l’altra, che alla Grammatica serve quasi di materia, è naturale e Volgare, e governata ad arbitrio.

Bensì al presente la loquela Volgare deve riguardarsi, non in quanto si derivi dal Latino o vi soggiaccia, ma in quanto essa è variamente risuonante sulle labbra de’ popoli diversi, vale a dire, parlata dalle varie genti del mondo: «totus orbis ipsa perfruitur:» lin. 27. Ove a ciò solo avessero dato mente quei che presero a discorrere intorno alle intenzioni dell’Autore nello scrivere questo Trattato, non si sarebbero divisi e contraddetti cosi dannosamente. Ma vediamo ora se ne riesce di mettere Dante in accordo con sè stesso.

E come mai egli qui stima la loquela Volgare per più nobile della Grammatica o della loquela Artificiale, quando nel Convito ridisse tutto il contrario? i, 5. Certo ivi afferma, che il Latino o la Grammatica è più nobile che il Volgare. S’ha per altro da attendere, che in quel luogo, e pressochè in ciascuno de’ trattati del Convito, il Volgare si riguarda soltanto in rispetto al Latino grammaticale e scritto, e vuol essere inteso per il Volgare d’Oc ovvero d’Oil e segnatamente per il Volgare nostro, il Volgare italico o del . Sopra che, ove poi si consideri la loquela Volgare siccome partecipata da Dio al primo Uomo e, non ostante le differenti pronunzie, propria