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112 DE VULGARI ELOQUENTIA.


modo noi difatti non ci possiamo accorgere della variazione del proprio Volgare, perchè questa, accadendo per lungo volgere di tempo, dura molto a venire, e intanto trapassa il nostro brevissimo corso mortale. Nè quindi ci è dato di osservarla nel suo essere intero, come non possiamo vedere la morte di troppe altre cose, la cui vita suol bastare assai più oltre che la nostra.

59. Non etenim admiramur si æstimationes hominum, qui parum distant a brutis, putant eandem civitatem sub invariabili semper civicasse sermone. Mal traduce il Trissino «æstimationes hominum» per i discorsi degli uomini, significando invece e più preciso i giudizj o le stimative degli uomini volgari, quali or qui son indicati: «habet imperitia Vulgi sine discretione judicium:» Epis. Can., § 2. Rispetto al vocabolo «civicasse,» che importerebbe aver conversato o aver avuto commercio, non se ne riscontra altro esempio, nè saprei onde il nostro Maestro il derivasse. Vero è che nel cod. Vaticano vi fu sostituito «specificasse,» che pur in qualche modo si potrebbe adattare all’espresso concetto, giacchè specificare prende talora, anche presso il Volgo di Toscana, la significazione di proferir parole o di parlare. Vegga altri se alcun che di meglio determinato può rintracciarsi e che sia più confacevole all’uopo.

70. Humanis beneplacitis. Da quanto sinora ha discorso l’Autore, se ne raccoglie che la nostra Favella, e così ogni altra Volgare, per essere soggetta di sua natura all’arbitrio umano, vien trasmutandosi appunto, secondo che trasmutabile è l’arbitrio e il piacere dell’Uomo: che l’uso de’ mortali è come fronda In ramo, che sen va ed altra viene: Par., xxvi, 137. Ma, per contrario, se quella fosse stabile, si dovrebbe argomentare che l’effetto, qual si pare la Favella, rispetto all’arbitrio umano, fosse dappiù della sua cagione, che è l’arbitrio stesso. Il che non può darsi, poichd la causa non produce nulla, che prima in essa non sia: «Causa... nihil potest efficere quod non est:» lin. 39.

71. Inventores Grammaticæ facultatis. Per avviso del Corbinelli, qui Grammatica facultà importa il medesimo