Pagina:Alighieri, Giuliani - Opere latine vol I - 1878.djvu/132

Da Wikisource.

COMMENTI. 113


che Scritti e Libri, cioè la Lingua, qual’è riposta ne’ libri. E però Grammatica greca chiama Dante la Lingua degli Scrittori greci: Conv., i, 12. Nè vuolsi trascurar di riflettere, ch’egli, il gran Poeta, sempre solito a sublimarsi ne’ suoi concetti, riguarda la Grammatica come Scienza rilevantissima, ed anzi come la prima Arte, le cui regole devon restare inalterabili, essendo raffermate dal comune consenso di molte genti per vitale e perenne nutrimento della civiltà in tempi e luoghi diversi. Donde ognor più apparisce, che l’intendimento di Lui nello scrivere questo Trattato dovette principalmente rivolgersi a dare stabilità al proprio Volgare, obbligandolo a regole grammaticali, non variabili a capriccio di plebe nè delle singolari persone, ma costanti, secondo che la ragione e l’uso migliore prescrive. Questa Grammatica poi tanto si ravvisava perfetta nel Latino, che indi gli s’è appropriato il nome stesso di Grammatica. La quale inoltre si ridusse così fatta, da potersi con giusta discrezione rendere comune ai Volgari di , d’Oc e d’Oil, dacchè tutti e tre si facevano singolarmente derivare dalla Lingua Romana.



Lin. 1. Trifario nunc exeunte nostro Idiomate (ut superius dictum est) in comparatione sui ipsius, secundum quod trisonum factum est, cum tanta timiditate cunctamur librantes. Dove si legga per sì confusa maniera, e come pur s’è fatto finora, qui mal si potrebbe indovinare il pensiero dell’Autore, tanto più se altri ponga mente al Volgarizzamento del Trissino: Or essendo in tre parti diviso (come di sopra è detto) il nostro parlare nella comparazione di sè stesso, secondoche egli è tripartito. Dell’errore ben s’accorse il Böhmer, ammonendoci che l’inciso «in comparatione sui ipsius» non s’aveva a riferire alle parole precedenti, ma si alle altre che vengono appresso; e quindi appose la virgola dopo la parentesi: di che il senso ne risulta intero ed evidente. Infatti l’Autore, dopo aver già accennato che l’Idioma, proprio di quella parte di

Dante, Opere latine. 8