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COMMENTI. 149


Popolo romano, divulgando che a ciò la Ninfa Egeria lo illuminasse degli opportuni consigli.

13. Sublimatum est magistratu. Dunque il Volgare, di che ora si ragiona, risulta solo negli Scritti formati ad arte, o per arte almanco diviene eccellente, rifuggendo dai rozzi vocaboli, dalle perplesse costruzioni, da tante difettive pronunzie e da una moltitudine di rusticani accenti, secondo che si riscontrano nello stesso Idioma parlato in Toscana, non che in ogni altro paese d’Italia. Un sì nobile Linguaggio, tanto perfetto da dover rimanere in fermo esempio ai Poeti, del pari che ai Prosatori, è quello che Dante per espresse parole e per fatto, più e più volte riconfermato, ci vien additando come proprio della Canzone, il componimento sovreminente, e capace di tutta l’Arte. Ma quanto si è ora premesso a conclusione si rende anco più certo, dacchè il siffatto Volgare si appropria all’Eloquenza a segno, che può confondersi con la Eloquenza medesima. Ed a questa veramente s’appartiene di comunicarci la facoltà di commovere e rimutare a talento i cuori umani, e di eccitare gli uomini a volere o disvolere ciò che lor si consiglia: lin. 21.

25. Magnates quoslibet (domesici Vulgaris Illustris) fama vincunt. Coloro che fra i Poeti specialmente, per l’eccellenza nell’uso del proprio dialetto, potevan dirsi domestici o familiari (lin. 26) del Volgare Illustre, tanto vincevano d’onore i Marchesi, i Conti, i Re e gli altri Magnati, quanto il pregio dell’Ingegno e dell’Arte sopravanza i doni della fortuna. Ed anzi a que’ Poeti è riserbata la gloria maggiore, dacchè un tal nome raccoglie in sè e raccomanda le doti, che meglio valgono ad esaltar l’Uomo e renderlo singolare dagli altri.



Lin. 1. Decoramus adjectione secunda, adorniamo cioè esso Volgare del secondo aggiunto, denominandolo perciò Cardinale. Al Witte piacerebbe meglio di scrivere «decussamus» in cambio di «decoramus,» e i Codici tutti e tre gliel