Pagina:Alighieri, Giuliani - Opere latine vol I - 1878.djvu/167

Da Wikisource.
148 DE VULGARI ELOQUENTIA.


presa.... e altrimenti dalla terra, che dagli altri elementi, perchè è materialissima, e però remotissima e improporzionatissima alla semplicissima e nobilissima Virtù, che è Dio: Conv., iii, 4. E tutto questo poi giova a sicura interpretazione di que’ versi: La gloria di Colui che tutto move, Per l’universo penelra e risplende In una parte più e meno altrove; che è quanto dire: la Luce divina è penerante Per l’universo, secondo ch’è degno: Par., i, 3; Par., xxxi, 22. Ed ecco che Dante, mentre spiega sè stesso, ne fa ravvisare il legame, onde si rannodano le Opere sue, e se ne raccomanda lo studio non meno sollecito che attento.



Lin. 3. Nunc disponendum est. Anzichè affidarci di mantenere questa Volgata, ii buon Trissino volgarizzando al presente diremo, ne indurrebbe a leggere «nunc disputandum est,» oppure «dicendum est.» Veramente Dante nel soggiugnere poco dopo «denudemus,» ci obbliga a prescegliere «nunc denudandum est» come la miglior lezione.

6. Per hoc quidquid Illustre dicimus, etc., bisognerebbe tradurlo: per tutto questo che diciamo Illustre, ec., non vi si potendo altrimenti ravvisar nel periodo la connessione voluta. Se non che io mi son risoluto di star fermo nel credere, che qui siavi errore di lezione. Tant’è, che il Codice Vat. porta: «per hoc quam quod Illustre dicimus, etc.,» e indi forse non si apporrebbe male chi leggesse: «per hoc quum aliquid Illustre dicimus, etc.»

8. Viros appellamus Illustres.... quia excellentes magistrati, excellenter magistrent. Con miglior regola il suddetto Codice scrive «excellenter magistrati,» come già il Witte propose che si dovesse correggere conformemente alla traduzione del Trissino: Nominiamo gli uomini Illustri.... perchè eccellentemente ammaestrati, eccellentemente ammaestrano. Fra questi poi Dante annovera Seneca, e anco Numa Pompilio, forse per avere questo Re date leggi e ordinamenti al