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156 DE VULGARI ELOQUENTIA.


sto passo una lacuna, da me pur segnata fra due asterischi, e discernibile puranco nel Volgarizzamento del Trissino. Figuriamoci dunque la inestricabile confusione in che dovette aggirarsi la mente de’ malaccorti decifratori dell’autografo! Ond’è, che non pure mi son preso libero ardire di emendare il Testo, come può vedersi a suo luogo, ma ora anzi sento di doverne rimuovere «rusticana tractantibus,» non bene adatto al caso, scrivendo pur in semplice guisa: «ergo optima loquela convenit nobis individui gratia.» Così infatti richiede la natural forma del discorso, che in appresso vien meglio dichiarandosi, e si rafferma solidamente.

46. Loquela est.... instrumentum nostræ conceptionis. Ed altrove già aveva detto: «Cum loquimur nihil aliud intendimus, quam nostræ mentis enucleare conceptum» (Vulg. El., i, 2); dappoichè lo Sermone è ordinato a manifestare lo concetto umano: Conv., i, 5.

60. Nec bovem ephippiatum, nec balteatum suem dicemus ornatum, etc. Da «ephippium» (sella) s’è formato «ephippiare» (insellare), siccome da «balteum» (cinghia o cintura) si derivò «balteare» (cinghiare). Il che premesso, non si potrebbe mai dire, che la sella o la cinghia fossero adattate e perciò degno ornamento o corredo a que’ siffatti animali, dacchè l’adornamento d’una cosa vuol essere un’aggiunta, che vi si confaccia, d’alcun che di conveniente. Per questo l’Allighieri intende di raffermarci, che non s’addice a tutti i Poeti l’uso del Volgare Illustre, ancorchè debbano tutti studiarsi di adornare i proprj versi, riserbandosi soltanto a que’ pochi che, eccellenti per ingegno e scienza, possono assumere la trattazione delle ottime cose. Ma ove si opponga, che quel Volgare, unito e confuso colla Sentenza entro le varie Poesie de’ verseggiatori, basta a renderle pregiabili, può rispondersi che rimangono pur sempre distinti l’uno dall’altra. Ondechè, qualvolta non sia ottima la sentenza, accoppiata coll’ottimo Volgare, non che quella possa acquistarne pregio, divien anzi più vile, posta al paragone della forma di parlare così splendida e bella. Al che s’ha da porre ben mente, e potremo indi viepiù averne certezza, come la grande Arte poetica, vo’ dire l’Arte pro-